Biografie: NO-MAN
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Ormai non si contano più gli "scambi di favori" nei rispettivi albums (vedere le discografie per credere). Non solo: Tim Bowness e Richard Barbieri hanno al loro attivo un magnifico lavoro, "Flame", pubblicato nel 1995; Richard Barbieri, da tempo, è entrato a far parte in pianta stabile dei Porcupine Tree, l'altra "emanazione" dell'eclettico e iperattivo Wilson.
Proprio l'esplosione del fenomeno Porcupine Tree in Italia sembra aver creato i presupposti per l'accoglimento di nuovi ascoltatori nella famiglia No-Man.
"((speak))" è una raccolta di brani scritti e iniziati a registrare tra il 1988 e il 1989 e finiti all'inizio del 1999. Le note tecniche del Cd spiegano che, fatta eccezione per "Curtain Dream" e "Night Sky, Sweet Hearth" (completamente nuove), le registrazioni originali sono state utilizzate come traccia base per le nuove versioni, che le voci sono state re-incise, ma che la maggior parte della strumentazione è stata tratta dai nastri dell' epoca. Si tratta dunque di materiale che ha compiuto dieci anni. Dieci anni, eppur non li dimostra: "((speak))" è infatti un disco attualissmo. È la dichiarazione di intenti dei No-Man e ci offre una straordinaria chiave di ascolto per la discografia successiva del duo, particolarmente rispetto ai suoi connotati più "crepuscolari" e ambient.
Di abbagliante bellezza appaiono "Pink Moon" e "River Song", covers di brani scritti rispettivamente da Nick Drake (ormai un vizio: un altro suo pezzo, "Road", era stato inserito in "Heaven Taste") e Donovan. Struggente fino all'inverosimile "Riverrun", quasi una ninna-nanna. Ipnoticamente inquietanti "Iris Murdoch Cut Me Down" (con finale a sorpresa) e "Curtain Dream". A stendere un manto di grazia su tutto, la serica voce di Tim Bowness (non è di questo mondo!).
Nei paesaggi sonori di "((speak)) non c'è traccia che non sia "necessaria": un disco senza tempo nè luogo.
Web: http://www.collective.co.uk/noman.
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