Il Coco Village non riesce a riaprire
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Nel contempo il punto estivo che nel 1998 ha registrato più di 300.000 presenze, il Coco Village di C.so Moncalieri 506/35, allestito su terreno privato e privo di sovvenzione pubblica, non riesce a riaprire.
Facciamo presente che detta struttura era stata regolarmente autorizzata e in possesso di licenza tipologia C (Intrattenimento danzante e svago) dalle autorità competenti ( Commissione Provinciale di Vigilanza, Vigili del Fuoco, VI Polizia Amministrativa del Comune di Torino) dopo sopralluogo preventivo.
Durante l'attività estiva svolta, nonostante gli innumerevoli controlli da parte delle più disparate Istituzioni ed Enti, non è stata rilevata alcuna irregolarità tranne il superamento in una serata del limite sonoro imposto di un decibel (misura praticamente irrilevante).
A fine aprile '99 i proprietari del terreno ci comunicano che a seguito di un sopralluogo effettuato dal Geom. Romeo del Settore Edilizia Pubblica per visionare la zona adiacente al fiume Po da espropriare al fine di consentire l’insediamento di una pista ciclabile, hanno ricevuto comunicazione di rimuovere immediatamente una rete di recinzione ed alcune strutture rimovibili (gazebo e 3 banconi da bar).
L'esproprio coinvolge una parte consistente dell'area utilizzata e attrezzata (impianti elettrici, idrici, di emergenza) rendendola completamente inutilizzabile.
Dopo aver interpellato numerosi uffici tra Vicesindaco, Lavori Pubblici, Verde Pubblico, Assessorato al Commercio, Assessorato ai Parchi della regione Piemonte siamo solo riusciti a sapere, dopo esser stati fatti rimbalzare da un ufficio all'altro, che i lavori, ancora da deliberare, inizieranno nel gennaio 2000.
Questa situazione provoca, oltre a un danno economico sull’ammortamento delle strutture e della locazione (sei anni più sei) la mancata collocazione di 30 posti di lavoro tra dipendenti e collaboratori che, visto il periodo avanzato, difficilmente troveranno altro impiego estivo.
Chiediamo pertanto la possibilità di riapertura del Coco Village garantendo una civile coesistenza con la pista ciclabile e i suoi fruitori, così come forse non avviene in quella della sponda opposta a livello di C.so Cairoli, benché promossa e patrocinata dalla Città di Torino.
In alternativa siamo disponibili, nonostante un aggravio del danno economico, a trasferire l'attività complessiva presso altra area di simili dimensioni.
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