Spirito e immagine dell'ultima generazione Rave
    NSummer of love" del 1988, i rave si caratterizzano a partire da questa breve e intensa stagione di feste clandestine, dove alcuni gruppi ristretti di "iniziati" si davano appuntamento tramite passa-parola o messaggi in codice via etere dalle radio pirata o ancora attraverso i flyers reperibili in specifici negozi di dischi, al di fuori del tradizionale circuito delle sedi preposte all'ascolto della musica tradizionale.
I raver a differenza dei club e dei locali frequentati abitualmente dagli adepti del rock, si ritrovavano nelle campagne fuori metropoli o nel grigiore di obsolete aree industriali, riciclando e dando nuova vita a vecchi hangar e magazzini abbandonati, per danzarvi ore e ore al suono di una nuova colonna sonora elettronica, all'epoca non ancora definita techno, ma semplicemente house con l'aggiunta dell'aggettivo acid - da notare che in quel periodo facevano la loro comparsa le pastiglie di Mdma, in seguito conosciuto come Ecstasy.
Nei rave, chi ballava lo faceva al suono di dischi o nastri pre-registrati, spesso senza vedere neppure il Dj di cui se ne conosceva neanche il nome.
L'aria di cambiamento stava investendo l'ambiente: vocaboli quali "concerto" e "discoteca", che fino ad allora avevano indicato due tipi di consumo musicale assai diversi e rivolti a distinti segmanti di pubblico, avevano improvvisamente contorni molto meno certi.
Parallelamente al diffondersi dei rave avveniva una campagna stampa che, così come già nel 1977, all'epoca dell'esplosione del punk, vide i tabloid in prima fila nello stigmatizzare e condannare la nuova sottocultura giovanile fino al coinvolgimento del parlamento che ne adottò le opportune contromisure attraverso l'istituzione del cosiddetto "Criminal Justice Act", legge anti-rave promulgata dall'allora governo conservatore britannico.
Sfuggiti all'immancabile arrivo dei cani lupo e della olizia, quattro ragazzi dell'Essex, oggi conosciuti in tutto il mondo come i Prodigy, facevano già parte a quel tempo del popolo dei rave.
Tra il loro primo album "Experience" e il loro ultimo lavoro "The fat of the land" la musica techno e i suoi derivati, trance, jungle, drum'n'bass e big beats, sono entrati a far parte dei generi musicali "riconosciuti" dalla critica ufficiale, anche se pur storcendo un po' il naso.
Ma seppur l'ondata dei rave abbia lambito graduatamente un sempre crescente numero di Paesi europei e no, partendo dall'Inghilterra, è alla Germania che bisogna guardare per risalire all'origine di ogni cosa. È a Colonia, infatti, che iniziarono ni primi anni '50 le radicali sperimentazioni di Karl-Heinz Stockhausen, gran maestro d'artefizi della musica elettronica, capace di un vero e proprio corto-circuito all'interno dell'universo musicale contemporaneo, genio ispiratore di gruppi come i Kraftwerk, autori del fondamentale "Autobahn" disco citato tra i progenitori della techno. A Berlino, invece, sono ormai dieci anni che si tiene la famosissima "Love Parade", maratona sonora di 3 giornate che si svolge nel secondo weekend di luglio. Dagli esordi semi-clandestini si è arrivati alle sponsorizzazioni da parte di grosse multinazionali e il beneplacido del Senato di Berlino, il tutto nel nome degli interessi economici.
E come non di rado accade, il mercato si dimostra prontissimo nel riassorbire e commercializzare iniziative di qualsiasi tipo, spesso originariamente estranee alle sue leggi o addirittura antagoniste.
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