Mode e modi della
nuova generazione Raver
Dopo il ritorno storico della moda anni '70, dei figli dei fiori, del più attuale Grunge e in genere delle scopiazzature perlopiù estetiche di un momento importante e carico di ideali, che ha segnato dei drastici cambiamenti si comincia a delineare il pensiero di una nuova generazione impersonata nel look dal Raver moderno, ma carico di significati, un cittadino del mondo che nasconde in realtà un intero modo di essere.
Il Raver non ha appartenenze politiche di alcun genere, abolisce la cultura della violenza e l'unica motivazione plausibile risiede nella musica. Per ore e ore a ballare ipnotizzati dal ritmo e dalla frenesia, senza mai stancarsi, incuranti di tutto quello che avviene fuori. Tutto ciò non ha una valenza negativa; è un modo di isolarsi con se stessi, per capire e ricercare quello che c'è dietro alle inibizioni, per conoscere il proprio fisico, la propria resistenza, le proprie capacità.
In un Rave non esiste l'atteggiarsi, non valgono le leggi dell'apparire, non conta necessariamente l'aspetto fisico, ma è il rapporto con la musica ad essere in prima linea in quanto i Raves sono pubblico musicale difficile da accontentare, dai gusti ricercati, decisamente selettivo.
In un Rave tutto appare strano e illogico, ma solo agli occhi di chi è troppo intaccato dal modo di pensare che esiste al di fuori. Capire il meccanismo è semplicissimo, basta adattarsi e seguire le regole del mondo razionale, resi forti dal fatto di appartenere a qualcosa di incomprensibile ma migliore, che si verifica ogni qualvolta ci si riunisce tutti assieme, liberi dai giudizi di che è diverso.
È come se per tutta la settimana indossassimo una maschera, dalla quale ci si può liberare ogni qualvolta lo si desideri, trasformandosi in se stessi. Tutto questo trova una realizzazione in questi spazi liberatori chiamati Rave, dove la fantasia comincia a viaggiare e i sensi ritornano percettivi grazie soprattutto e unicamente alla musica.
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