INTERPOL + special guest SPOON
VENERDI 15 APRILE ore 21.00 PREZZO DEL BIGLIETTO € 21.00 + 15% DIRITTI DI PREVENDITA
Interpol è il suono della new wave newyorkese 25 anni dopo i Television, gli Smiths e i Joy Division. E’ la band voluta da Paul Banks (chitarra, voce), Daniel Kessler (chitarra), Carlos D. (basso) e Sam Fogarino (batteria). Attivi fin dal 1998, negli ultimi anni dello scorso millennio pubblicano 2 ep (uno dei quali per l’etichetta inglese Chemikal Underground, quella dei Mogwai). Ma è solo con l’arrivo nell’organico di Sam Fogarino che la band newyorkese inizia ad avere riscontro non solo a New York ma anche oltreoceano, tanto che nel 2001 il gruppo è in tour in Inghilterra e viene ospitato nella mitica trasmissione di John Peel, oltre che essere segnalato, su NME, come una delle più interessanti realtà emergenti, accanto a gruppi come gli Strokes, Moldy Peaches e ARE Weapons, ovvero il meglio della scena emergente newyorkese. Il loro suono è facilmente riconducibile a una visione dark e malinconica del british pop degli anni 80, in particolare quello degli indimenticabili Joy Division di Ian Curtis e dei Cure di Robert Smith. Questo non vuol dire che il gruppo sia una clonazione o solo “derivativo” di quei suoni. Il suono “wave” è impreziosito da arrangiamenti e pattern d’atmosfera che rendono il suono finale “acquatico”. E poi c’è il songwriting. Ficcante come quello di un genio della canzone come Morrissey degli Smiths. Nel novembre del 2001 la band, dopo aver suonato in giro per il mondo, entra in studio per registrare il suo disco d’esordio. L’album, registrato da Peter Katis (Mercury Rev) e Gareth Jones (Depeche Mode, Nick Cave & the Bad Seeds, Clinic) si intitola “Turn On The Bright Lights” e conferma quanto già sentito nei due Ep che lo hanno preceduto: gli Interpol sono una band di “americani che suonano come degli inglesi", affascinati dalla new wave britannica degli anni Ottanta. Ma loro, al marchio di band “new wave of the new wave” non ci stanno. “La nostra musica”, dice Sam, il batterista, “ha anche un lato cinematografico. E’ quello il nostro terreno comune, ancor più della musica, campo nel quale le influenze sono molto diverse per ciascuno. Sentiamo una comune affinità con determinati film, determinate atmosfere e anche con certa letteratura. E’ questo influenza quello che facciamo… Molto di più di qualsiasi canzone dei Cure". Ora, due anni dopo, tornano con un nuovo album dal titolo “Antics”, (prodotto da Peter Katis che aveva già prodotto “Turn on the Bright Lights”), confermandosi una delle migliori band approdate da oltreoceano. Antics ha un’apertura quasi solenne, religiosa, contemplativa che ci conduce tra i successivi brani, maestosi, dark, un po’ post punk, e che ritornano a sottolineare la credibilità della band, consapevole della propria musica e, proprio per questo, consapevole di chi, prima di loro, ha fatto la storia. Discografia: “Turn on the Bright Lights” 2002 “Antics” 2004
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