Il Leoncavallo dedica un intero weekend al teatro in occasione LA FESTA DEL TEATRO DI MILANO promossa da: COMUNE DI MILANO/CULTURA, PROVINCIA DI MILANO/CULTURA; REGIONE LOMBARDIA/CULTURE IDENTITÀ E AUTONOMIE DELLA LOMBARDIA; MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI/DIREZIONE GENERALE PER LO SPETTACOLO DAL VIVO E ASSOCIAZIONE GENERALE ITALIANA SPETTACOLO UNIONE REGIONALE DELLA LOMBARDIA. in collaborazione con: PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA, COMUNE DI LEGNANO, FONDAZIONE CARIPLO, FERROVIE DELLO STATO, FNAC E TOURING CLUB ITALIANO.
Sabato 24 ottobre e Domenica 25 ottobre @ Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito via watteau 7_milano http://www.leoncavallo.org
INGRESSO A SOTTOSCRIZIONE 3 EURO per ogni spettacolo
DALLE 18 Avvàkum-L’eterna ricerca DALLE 21:30 Gaia Mater
La Compagnia Teatrale Corona presenta
GAIA MATER Spettacolo di teatrodanza per voci liriche e antiche rotondità di Roberto Corona
Un sogno profondo accecante di colori e di donne.. donne guerriere.. incantatrici.. donne portatrici di mistero..donne ironiche.. coraggiose.. Gestualità femminile.. femminili sospiri.. inquietudini.. gioie.. amori e violenze.. sguardi profondi sul mondo. Un sogno frammentario dove le immagini si ribellano alla scrittura.. Un sogno psichedelico dove i pensieri si danzano.. gli artifici e l\’umanità si sposano. Musica, canto scenario, luci, coreografie si fondano al di là di un tempo e di uno spazio narrativi in un magico evento spettacolare.. cercando bellezza.. poesia. Un sogno di confine.. Un sogno a margine.. margine come esperienza che tutti siamo chiamati a fare.. con cui tutti dobbiamo confrontarci.. nell’arte.. nella notte.. nel sogno. La tonda pancia nasconde in se il mistero del prima. La tonda terra nasconde il mistero del dopo. E nel mezzo un sorta di complicità tacita alla vita, tra lo scalciare faticoso della superficie e il richiamo cupo del profondo.”
Regia Roberto Corona Collaborazione registica e drammaturgia Silvia Briozzo Direttore musicale Massimo Cottica Pianista Alessandro La Rocca Soprano Moon Jin Kim, Soprano Sachika Ito Danzatrici e trampolieri della compagnia Corona
Avvàkum-L’eterna ricerca
Regia e Drammaturgia: Mario Ruggeri Attori: Andrea Fici / Lesley Bernardi / Mario Ruggeri Scenografia: Lavoro di Gruppo. Canti tradizionali: Mario Ruggeri Fisarmonica: Andrea Fici/Mario Ruggeri
Spesso, nella vita, dopo aver considerato e soppesato le nostre capacità, ci troviamo a dover operare un necessario aggiustamento tra la nostra volontà e quella della cultura che ci circonda, lui non lo fece. Il Lavoro Avvàkum (1621 - 1682) è il nome di un prete russo che scelse di combattere fino alla morte contro la modernizzazione della chiesa russa. Nella storia dell’umanità molti grandi uomini hanno denunciato il tiepido vivere, Gesù disse "non siate tiepidi", Dante chiamava certi uomini "ignavi", gente che non sa decidere, Shakespeare ci chiede "Essere o non essere", combattere contro un mare di triboli oppure sopportarlo. Essere contro tutti non è umanamente possibile, si finisce per essere un outsider, ma è proprio questo che ci interessava, Avvàkum era un outsider. Di lui ci ha affascinato il suo essere ortodosso nell’anima, per un ideale di vita in fondo, il difendere quest’ideale anche sotto tortura e in esilio, fino all’ultimo istante, contro tutto e tutti sulla pira del rogo. Lo spettacolo ha come oggetto, attraverso il diario autobiografico di Avvàkum, l’eterna ricerca dell’essere umano. Quel territorio dove l’uomo e la donna smettono di essere antagonisti e nel nome di qualcosa di superiore possono camminare al fianco guardando entrambi avanti. L’eterna Ricerca: Eterna Perché quando crediamo di "essere arrivati" ci rendiamo conto che era solo un primo gradino. Ricerca Perché nutriamo un sentimento di mancanza e cerchiamo di colmarlo in molti modi, (droga, religione, tecnologia, famiglia, scienza, filosofia, occultismo, antropologia etc ), tutto è ricerca di un equilibrio, di come colmare un sentimento di mancanza, quando non siamo ancora tiepidi o già illuminati. Ma come avviene tutto? Avvàkum rivede, prima di morire, i fantasmi del suo passato, i momenti di gioia e dolore che ha vissuto insieme alla sua compagna di strada, Anastasia, quando tutto sembra finire Avvàkum parla alle sue ombre: mi vedete? Sì Quando verrà la mia ora? Presto, molto presto Bene, sono pronto Avvàkum viene assalito e messo a morte dalle sue stesse ombre perché la morte qui è intesa come "Cronos", quel passaggio del tempo che ti chiede di sciogliere una lunga equazione matematica durata tutta la vita. |