L E I N T E R V I S T E
...Abbiamo parlato con Gaetano Scardicchio, più noto col nome di Skardy, istrione della band veneziana più nota del momento e che ha fatto di temi quali la legalizzazione delle droghe leggere e i difficili rapporti tra giovani uomini e giovani donne la propria bandiera.
    Parlaci della collaborazione tra i Pitura Freska e l'Orchestra Casadei che è sfociato nella produzione del singolo dal titolo "Come è bello far l'amore". Puoi parlarci di come è nata questa collaborazione?
La storia è andata così. Ci siamo trovati, io e Casadei, in uno studio a Milano mentre registravamo la sigla del Giro d'Italia, e lui mi ha confessato di amare molto la nostra musica e che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa assieme. Chiaramente gli ho detto che si poteva provare e, anche se l'abbinamento sembrava una cosa lontana, alla fine una canzone è uscita fuori.
    E di cosa parla questa canzone?
La canzone parla d'amore; è un brano di Casadei che noi abbiamo un po' sconvolto.
    Si, però "Come è bello far l'amore" sembra una sia una canzone stilisticamente più vostra che di Casadei?
È esattamente una via di mezzo tra la sua musica e la nostra. La cosa più sorprendente è che Casadei, anche se fa un genere completamente diverso dal nostro, è una persona disponibile a fare musica. Oggi più che mai è possibile mescolare i generi musicali tra di loro, ed evidentemente anche Casadei si deve essere rotto le scatole di rimanere nel suo recinto.
    A proposito di contaminazioni: cosa ne pensi di tutti questi gruppi che anche in Italia stanno riscoprendo le varie tradizioni folcloristiche, e non solo locali, magari unendole poi a testi in dialetto?
È più o meno il principio che muove i Pitura Freska; noi abbiamo mescolato reggae e dialetto veneziano, altri fanno altre cose. Comunque la musica dimostra sempre di essere più poliedrica di quanto si possa immaginare.
    Ed è indubbio, voi siete stati tra i primi a rispolverare il dialetto inserendolo in un contesto musicale atipico?
In effetti noi abbiamo iniziato quasi per primi. I Pitura Freska esistono dai primi anni Ottanta, quindi sono almeno quindici anni che facciamo reggae in veneziano.
    Infatti io mi ricordo dei Pitura Freska dei primi tempi, quando suonavano per i campi di Venezia, e quando tu gironzolavi per i vari "bacari" veneziani bevendo "ombre" e cantando in anteprima le tue nuove canzoni. Oggi, dopo tanti anni, e centinaia di migliaia di dischi venduti, Skardy lo si trova ancora a gironzolare, per esempio, tra le bancarelle di al Fresco. Cos'ha cambiato il successo nella tua vita?
Niente! Ancora "e done no me vol"!
    E rispetto alla religione rasta, qual'era e qual'è la vostra posizione?
Mah, ognuno all'interno del gruppo la vede a modo suo. Io, chiaramente, non posso definirmi un uomo africano, però credo che in tutte le religioni ci sia qualcosa che unisce. La religione rasta può avere punti in comune con il cristianesimo o il buddismo, penso che ci sia un filo che unisca il tutto. Per quanto mi riguarda ritengo che tutte le religioni creino un alone di spiritualità, chiaramente fossilizzarsi su una significa diventare settoriali, e questo penso non sia bene. Non bisogna chiudersi in sette, chi crede nella spiritualità dovrebbe abbracciare un po' tutte le religioni, fino a trovare un minimo comune denominatore.
    Quindi non è più tempo di "alè oh oh rasta, Pitura Freska!"?
Perché no? La stiamo proprio in questi giorni riscoprendo quella canzone.
    Come mai i Pitura Freska hanno riscosso un grande successo in tutta Italia?
Secondo me perché trasmettere energia significa essere capiti. Se uno trasmette poco, probabilmente viene inserito in un filone commerciale, e noi, anche se non siamo commerciali, probabilmente grazie alla strana miscela di musica popolare e caraibica che ci rende particolari, siamo ascoltabili ovunque.
    Osservando il panorama musicale giovane italiano, chi secondo te ha le carte in regola per ottenere un successo durevole?
Ce ne sono già tantissimi di nomi. Gruppi nuovi come i Subsonica o i Delta V penso siano molto bravi e possano avere un buon seguito.
    E rispetto alla realtà musicale veneziana? Voi continuate a rimanere in stretto contatto con i musicisti nostrani, mi pare, tant'è che Furio suona anche con i So Vibes, che tra i nuovi gruppi reggae veneziani è certamente quello che sta facendo più strada?
Collaborazioni ce ne sono sempre e comunque perché i musicisti hanno capito che chiudersi dentro un recinto è sbagliato. È giusto avere collaborazioni esterne ed è giusto scambiarsi le esperienze.
    Ok! Ti ringrazio e... ci vediamo Al Fresco?
"Va ben!" Ciao!.
Intervista di Enrico Mason
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