Quando la musica scorre sottopelle come linfa vitale, e' inevitabile affrontare la consolle con passione e magnetismo. Cosi' Filippo Nardi vive da piu' di vent'anni la sua attivita' di dj e produttore musicale, alternando la registrazione di produzioni discografiche per diverse etichette a collaborazioni di prestigio come quelle con dj di fama internazionale quali CJ Macintosh e Dave Dorrell al Wag di Londra, Paul Oackenfold e Carl Cox alla serata Spectrum dell' Heaven (Londra), Fat Tony e Paul Anderson all' Enter The Dragon (Londra) (visto che ho messo di seguito la parte sui locali forse qui vanno eliminati, altrimenti risulta un po' ridondante). Tracciare una mappa dei luoghi in cui Filippo Nardi ha suonato, esaltato, coinvolto il pubblico, significa spaziare per tutto il mondo, soffermandosi nelle realta' musicali piu' innovative e stuzzicanti: New York, Berlino, Miami, i molti locali londinesi in cui il dj ha iniziato negli anni '80: Heaven, Enter the dragon, Spectrum, The wag, Subterranea, il Pacha di Ibiza e, sul territorio italiano, White (Genova), Dome e Tytoo (Catania), Lift at Toqueville (Milano), Loft (Roma), Ultraviolet (Teramo), Mazoom (Sirmione, Brescia), Kursaal (Lignano Sabbiadoro), Tenax (Firenze), Velvet (Napoli). Dagli album "Understand this groove" e "Changes", realizzati nel biennio '88/'89 per la Virgin 10 con lo pseudonimo The UFI (The Universal Funk Industry) a L.O.V.E is the message e Love Inc per la Phonogram records, Filippo ha confermato la propria vocazione alla sperimentazione e alle invenzioni camaleontiche. Doti acquisite gia' dagli anni '80, quando inizio' l'attivita' musicale nello sfaccettato e poliedrico contesto della subcultura underground londinese. Nato nel '69 in un quartiere multietnico della capitale britannica ad alto tasso di ibridazione artistica e culturale, Filippo cresce respirando e immergendosi nella nascente scena house, apprezzando cosi' le contaminazioni tra la musica elettronica e generi quali il reggae, il soul e la new wave. La sua passione per le sonorita' di ricerca e' talmente sincera da indurlo, nel 1993, a ritirarsi dal mondo della discografia e dei locali: il desiderio di dar forma a sound esplorativi e audaci si ritrova difatti in netto contrasto con la crescente ed eccessiva commercializzazione della house-music e di quella subcultura underground che egli ritiene fondamento delle sue radici musicali e personali. Di poco seguente, 1995, e' lo spostamento verso l'Italia dove, dopo una pausa tesa a ritrovare pluralita' di linguaggio e creativita', Filippo riabbraccia l'attivita' artistica seguendo molteplici percorsi. Con il nome di The Melody Maker realizza, per la Revox Records, Torch: reinterpretazione di una delle sue canzoni preferite dei Soft Cell. Il progetto vede, tra l'altro, il contributo dei Margo, gruppo emergente estremamente stimato nell'ambito underground. Licenziato da un prestigioso rivenditore tedesco, la Great Stuff Records, nella prima stampa il singolo si arricchisce del remix realizzato da Extrawelt. Da subito un successo di vendite, Torch e' attualmente all'ennesima ristampa grazie alle numerose richieste da parte del mercato e all'apprezzamento di dj di fama mondiale. Sempre con il medesimo pseudonimo, Filippo registra Killing moon, in collaborazione con Edo B. (resident del Plastic di Milano) e, per la Gasoline record, il remix di "Real good funky shit". Creazioni che manifestano la sua propensione ed apertura a melodie irrequiete, a ritmi e vibrazioni mai scontati, piuttosto caratterizzati da una personalita' elegante e da uno stile originale. Su richiesta della Revox Records Italia, incide il remix di City life in partnership con Andreino dei Mas collective: fondato su un rapporto di reciproca stima tra i due professionisti, questo primo progetto portera' Filippo a diventare produttore esecutivo in via continuativa per la Uomo records dello stesso Andreino. Il valore di questa proficua collaborazione e' testimoniato inoltre dall'intensa e multiforme attivita' realizzativa: tra gli altri basti citare Losing you, album scritto nel '88 che il dj inglese con lo pseudonimo Uncle Dog, decide ora di produrre e far remixare da Dino Lenny, dj Remo e Edo B. Come risulta evidente dai brevi accenni sull'attivita' discografica, Filippo Nardi e' personalita' che ama bucare le frontiere tra i generi e i linguaggi, che cerca il confronto e l'imprevedibilita': proprio per questo continua a frequentare i locali piu' nascosti, quelli in cui sempre pulsa il gioco irregolare e sensualissimo della compenetrazione tra i corpi e i suoni, quelli in cui i ritmi graffiano e seducono la pelle. La fascinazione per i club, con la loro atmosfera ricca d'energia, e' pertanto indice di un'attenzione viscerale alla dimensione musicale, da sempre centrale rispetto alle altre esperienze di Filippo nel mondo della comunicazione e dello spettacolo. Se la forte esposizione televisiva gli ha infatti offerto la possibilita' di riproporsi come dj, la stessa lo ha obbligato per i primi tempi ad inserirsi in circuiti del mondo dei locali spesso distanti dalla sua predilezione per sperimentazioni sonore raffinate, capaci di corrodere ogni sentire noto. Nella sua intenzione il dj set diviene fucina di trasformazione dei suoni e dei ritmi, snodo che allaccia, accelera, taglia, fonde ispirazioni e creativita'. Cio' che infatti personalizza maggiormente il modo di suonare e di produrre di Filippo Nardi e' il suo sentire il mondo dell'underground come una parte di se', come un'essenza che innerva le scelte artistiche ed espressive, non qualcosa di acquisito, quindi, ma costitutivo rispetto al carattere e alla qualita' del suo sound. |