Chiamami Miss Groovy, saro' la tua DJ !!! | CHIAMAMI Miss Groovy, SARÒ LA TUA DEEJAY
C'era una volta una dodicenne che amava la musica, studiava pianoforte e frequentava la scuola di canto. Era lei. Era Paola Peroni. "Facevo il liceo e già organizzavo le feste scolastiche, naturalmente la consolle era affidata a me e al mio team. Un amore sconsiderato per la musica. Ascoltavo gli show dei network radiofonici, montavo e smontavo radioline e già iniziavo a scoprire le tecniche di incisione". Il nome Miss Groovy? "Mi è stato dato nel '95 da Wendy, lavorava per la Logic Uk, era qui in Italia per lavoro quando una sera, vedendomi mettere i dischi ha esclamato: 'Your sound is… groovy'". Un termine così carino. "L'ho utilizzato come nome artistico". Nel '96, durante il suo primo rave in Olanda, il vocalist la presentò così: "'…and now, from Italy, Miss Groovy'. Da allora la giungla techno mi riconosce con questo nome". Sognatrice e chiacchierona, autrice (da "Free" di Bacon Popper sino a "Peace"), Miss Groovy della Intercool per l'anagrafe abita a Brescia con i suoi genitori e suo fratello. "Ho un cane fantastico che si chiama Durbix, un dalmata che… ride sempre, ha gli occhi azzurri ed è sordo: da cucciolo era sempre al mio fianco e a quello delle mie casse". Ragioniera mancata ("non ho conseguito il diploma: avevo quasi 18 anni quando ho iniziato la mia professione"), faceva la dj già a 14 anni ("acquistavo i mie primi mix che suonavo alle feste scolastiche"). Ha fatto un corso di dj per corrispondenza con l'Aid di Roma e dopo vari concorsi le è capitata la grande occasione. "Lavorare al Genux di Lonato, dove sono stata resident accanto a Tozzo e Fanelli per circa cinque anni". E la storia del suo primo disco? "'Akirè', prodotto all'età di 14 anni. Erano i miei primi passi nel mondo della discografia". Estate '92, Bortolotti di Media Records le dà la possibilità di intraprendere l'avventura di produttore "accanto a musicisti come Roby Arduini, Antonio Puntillo, Bruno Guerrini, Steven Zucchini". Ha imparato molti segreti, "anche da Ricci, il mio amico: conserverò nel cuore il suo ricordo". La scomparsa prematura del "suo amico" l'ha segnata. Anno '93. Paola inizia a lavorare per la DJ Movement "accanto al maestro Pieradis Rossini". Di cui Paola e Graziano Fanelli erano gli assistenti. "Nel frattempo, dopo ben cinque anni da resident, ho iniziato a suonare per altre discoteche in Italia e all'estero: Cotton Club di Campagna Luppia, Cinema di Brescia, Teatriz di Lugo Di Ravenna, Embassy di Rimini, Mad Club di Losanna, Les Palais di Ginevra, Rote Fabrik di Zurigo, Mistery World di Amsterdam, La Xala di Rotterdam, Les Bain Douce di Parigi, Colossos di Lloret De Mar, Wonder di Barcellona e rave come Hellraiser di Utrecht, Piramid in Svizzera, Thunderdome al Number One di Rovato e a settembre del '98 una data per me storica, il mio sogno, suonare almeno una volta al mitico Cocoricò". Paola lascia la DJ Movement nel luglio del '97. "Una nuova avventura, prospettive interessanti accanto a Pier Rossini, Ottorino 'Ottomix' Menardi e Mauro Farina". Ha fatto parte anche dello staff di Zucchero per il tour italiano. "Aprivo il concerto. L'ho fatto al Forum di Assago, a Montichiari, Bolzano e Treviso. Ho collaborato con una radio bresciana, Viva Fm, ogni sera dalle 22 alle 23.00. Il mercoledì era il mio turno". Da ascoltare. Alle soglie del Duemila, "tra guerra e confusione, potrà la musica dare un po' di conforto a noi comuni mortali?", si domanda Paola. "Programmare giorno per giorno o lasciarsi trascinare dalla creatività? Questo è il mio problema. So solamente quello che ho già fatto e non so proprio quel che farò domani. Serate spero di farne sempre più e di poter creare giorno e notte, visto che per me tutto è direttamente proporzionale". Il suo motto? "Musica uguale a Vita, Vita uguale ad Amore, Amore uguale a Musica". Lo ripete ossessivamente. Musicista? "Sarebbe un'offesa per il grande Bach, il pensiero di ritenermi tale dopo aver fatto solo pochi anni di studi di pianoforte Quando lavoro in studio creo le melodie mentalmente e, grazie all'archivio di dischi che ho, campiono qua e là note del passato e riff magari sconosciuti agli adolescenti del 2000. Il mio amico migliore è il campionatore, grazie al quale si può fare musica anche senza essere musicisti. La mia vera passione è mettere i dischi; crearli è il seguito di questa passione che ho per le discoteche e per la musica". Bello immortalare le proprie sensazioni su vinile, no? "E' bello vivere l'atmosfera di uno studio di registrazione, un'esperienza veramente indescrivibile, bisogna provarla: un susseguirsi di emozioni che raggiungono il culmina laddove esplode la creatività. Un susseguirsi di stati d'animo, di strategie per colpire il tuo pubblico sia quando produco che quando riproduco. Pensate alla magia del campionatore: qualsiasi individuo può prendere un brano qualunque e darne una propria interpretazione. La tecnologia è arrivata nelle case di tutti: oggi può bastare un Pc o una Playstation e…. tanta creatività. Spesso mi scrivono e-mail chiedendomi se sia facile o difficile entrare nel vortice produttivo della dance. La mia risposta è sempre la stessa: bisogna osare". Parola d'ordine: sperimentare. "La hit nasce dalla ricerca, certo, dalla sperimentazione, ossia dall'unione di più cervelli che lavorano, che discutono e spesso si scontrano per via di opinioni varie su generi musicali apparentemente incompatibili. E' proprio la sperimentazione che crea correnti musicali come il 2 step, la jungle, la hardcore, il drum'n'bass… La ricerca è continua, ma spesso i tempi di produzione ci limitano. La consegna dei follow-up poi… Ah, come odio fare i follow up". Resident dj oppure freelance? "Attualmente non ho un locale fisso dove suono, ma, grazie al progetto Bacon Popper che rappresento assieme a Lisa Simmons e Ottomix, giro tutta l'Europa. Sono stata in Danimarca al Mega Party Event, accanto a Turbo B degli Snap!, a Sash!, a Mousse T, a Maya dei Tamperer. Anche in quella occasione non ho suonato dischi, ma grazie al mio amico campionatore posso riprodurre la stessa sensazione dei mixaggi. Così anche quando ho suonato a Malaga, dove c'era anche Enrique Iglesias e altri super artisti, e anche a festival di Lille, Bordeaux…". Risultato? Qualità. E tutto rigorosamente dal vivo, "senza playback e senza il terrore che il dat abbia qualche problema". Profeta in patria, Paola Peroni. "Apprezzo tutte quelle produzioni che fanno la differenza nel mondo: Boccelli, Pavarotti, Robert Miles, tutti i generi senza distinzioni; l'importante è che oltre al sole, all'arte, alla cucina mediterranea, ai latin lover e alle bellezze nostrane, il mondo veda l'Italia come un Paese da ammirare, da visitare e musicalmente da ascoltare". L'unica grande soddisfazione, che veramente la riempie di gioia? "Vedere le teste in movimento, le mani in alto, l'effetto molla, rimbalzante, di tutti quelli che ballano e si divertono magari sulle note di un'idea scaturita da quell'essere creativo che c'è in me. La cosa che mi dà più fastidio è l'entrare in un negozio di dischi e non trovare almeno una copia di progetti che mi vedono coinvolta". Chi dice donna dice deejay, ultimamente. "Seppur molti colleghi ci temano per il nostro carisma e il nostro stile, alla fine diamo del fil da torcere a coloro che ci mettono i bastoni fra le… testine. Questo lavoro è duro sia per gli ometti che per le femminucce, ma alla fine chi stringe i denti e prosegue nell'arduo cammino prima o poi ottiene ciò che vuole. L'importante è l'essere sempre professionisti. Anche quando c'è il mestruo". Pertanto, un suggerimento alle rappresentanti del gentil sesso che desiderino divenire dj… "Non pensiate che sia tutto più facile perché siamo in poche a portare avanti il movimento. L'importante invece è agire sempre con il cervello, essere consapevoli del fatto che essere donna potrebbe essere un vantaggio se veramente si è capaci di dimostrare di essere professionali. Mai scendere a compromessi. Mai". Paola Peroni è sempre stata sinonimo di hardcore, in Italia. Almeno in passato. Etichette e strutture come Traxtorm, D-Boy e Rnd l'hanno ammirata. "Mi piacerebbe molto poter collaborare con loro, ma purtroppo non c'è verso. E' più facile fare certe cose sulla carta che metterle in pratica. Sto collaborando molto con produttori spagnoli, per i quali mixo compilation facendo anche parecchi remix. Collaboro con etichette estere e sono sempre più convinta che è davvero dura essere profeta in patria. Peccato perché la musica unisce generazioni intere e spesso al di là del business si potrebbero creare delle nuove correnti musicali sperimentando in studio". Ammira Norman Cook, Dave Morales e l'italianio Mario Più. "Mario riesce a fare produzioni commerciali e a far ballare il popolo della techno. Inoltre, la sua 'Runaway' era troppo bella". Paola è un vlucano di idee. "Partono tutte spesso dalla ritmica, che è quella che fa muovere, poi magari da una melodia, magari in maggiore, e infine sono figlie di una ricerca di una accappella da tagliuzzare con la forbice del Logic Audio. Come la catena del Dna dove tutti gli eventi si susseguono piano piano, nota dopo nota, sample dopo sample. A volte da un tasto schiacciato per caso nascono situazioni fantastiche, il loop mi aiuta a creare". L'importante in questo lavoro è credere in se stessi, dice. "Anche quando gli altri non ti considerano perché prima o poi, se c'è dell'arte, esploderà". Amiche tra ragazze dj? "Conosco Manuela Doriani, Paola Poletto, Lady Dana, Lorenza Calamandrei, Debra Richards, Lisa Alison e Kessy. Ma l'unica vera amica che ho è mia nonna". Che non fa la dj. Ma che sarebbe potuta esserlo, visto la sua apertura mentale. Tornando alla discografia, ecco Paola in gran spolvero. "Una nuova avventura. Tutta mia. Con delle prospettive sempre più interessanti di lavoro. L'annata '98-'99 mi ha portato abbastanza bene grazie al progetto Bacon Popper, come detto, che ha scalato le classifiche di tutta Europa. Numero uno in Francia, 'Free' è stato stampato su una delle label del mitico Henry Belolo, poi è stata al top in Scandinavia e Top 30 nel Regno unito. Insomma, licenziato in tutto il mondo". Sempre in viaggio, Paola. "Suono al Kandinsky di Palermo, al Black Out di Caltanissetta, al Frutto Proibito di Enna, al Satchmo di Cagliari, al Marabu di Taormina, al Mascara di Mantova, al Masseria di Salerno, all'Odissea di Treviso…". Tra le novità, una stagione estiva da trascorrere tra la happy-tech spagnola. "A Barcellona suono spesso. Una compilation mixata da me e prodotta dalla Tempo Music mi ha dato molte soddisfazioni. Poi ci sono parecchie videoclip su cui ancora oggi parecchie televisioni puntano: da 'Shake It' di DJ Groovy curato dalla Polygram France a 'Everyday of My Life' di House Traffic fatto dalla Bmg, o 'Streetlife' di Peroni Project realizzato dalla Dino Music Olanda sino a 'Free' e 'Rejoice in Love' di Bacon Popper".
PRODUZIONI E CO-PRODUZIONI
Beverly "The Power Of Love" 49rs "Touch Me" Rmx DJ Spy "Go To Your Heart" House Traffic "Everyday Of My Life" Space Master "World Of Confusion" The Riders "Bang" DJ Groovy "Shake It" Miss Groovy "Jungle Sickness" Schwarzkopf "Comin'" DJ Groovy "U Can Boogie" Bacon Popper "Free" Bacon Popper "Rejoice In Love" DJ Groovy & Ottomix "Tiko Tiko" DJ Groovy "Confusione" Bacon Popper "The Album" Miss Groovy "Peace" Pesto "Zodiak" Alan Gordon "Tha Loop/The Sub" Miss Groovy "Hey You"
|
|
|
Contact: Intercool s.r.l. |
Web Address: www.intercool.it |
|
| |
|