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CHRISTMAS PARTY AT NewYorkJazz Revolution (TV) SJ CARL CRAIG
Domenica 25 Dicembre Christmas Party At NewYorkJazz Revolution Special Guest Dj CARL CRAIG!!
Resident Dj Emauele Mattè
Voice Mc Alex Donati

Location S. Biago di Callalta (TV)


NewYorkJazz è orgoglioso di presentare ai nightclubbers e agli appassionati di musica elettronica due entuasiasmanti set del padre della musica techno. Carl Craig torna in Italia a poco più di un mese dalla sua performance al Brancaleone di Roma per promuovere i suoni del suo ultimo ed ambizioso progetto, The Detroit Experiment.

The Detroit Experiment

Che cosa hanno in comune Diana Ross, Curtis Fuller, Rance Allen, Les Baxter, Barry Harris, Hal Russell, Donald Byrd, Alice Coltrane, Temptations, Drexciya, Tommy Flanagan, Four Tops, Berry Gordy, Roland Hanna, Sonny Bono, Martha & the Vandellas, Parliament, Smokey Robinson, Frank Rosolino, MC5?
Sono tutti di Detroit, o attorno alla città hanno gravitato.

Dopo il successo di The Philadelphia Experiment (e di The Philadelphia Experiment Remixed), l'operazione si sposta infatti nella Motor City, per una saporita miscellanea di aspetti sonori della città, coinvolgendo diversi nomi interessanti - non quelli di cui sopra - che attraversano le generazioni e gli stili.

Il nome di riferimento è sicuramente quello di Carl Craig, uno dei padri assoluti della techno di Detroit [coloratissima, poco o nulla a che vedere con la squadrata omologa europea, ripescatevi il suo Dj Kicks...] e leader della Innerzone Orchestra, affiancato dal batterista Karriem Riggins e dal produttore Aaron Levinson, ma gli ospiti sono davvero tanti e graditissimi.

Per cavalleria citiamo subito due "signore" del jazz come la violinista Regina Carter e la pianista Geri Allen, che ci regalano anche un duetto un po' mieloso e vagamente jarrettiano, "There Is a God", che solo la notevole classe delle due strumentiste ci permette di perdonare.

Ma ci sono anche Bennie Maupin e Marcus Belgrave, il percussionista Francisco Mora Catlett, un ex-Parliament come Amp Fiddler e altri ancora, tutti ritrovatisi grazie a un invito aperto e felici di registrare assieme in libertà, tanto poi lo "zio" Carl ci mette le sue mani elettroniche.

Questa sorta di compresenza di diverse anime, una più marcatamente elettronica accanto, sovrapposta a climi da vecchio soul - e che diamine, nella città della Motown! - è piacevole e mai scontata, rassicura senza fare mai sentire nostalgici, spinge in avanti senza l'ansia del nuovo.

Carl Craig

Viene da Detroit la colonna musicale del terzo millennio. La città dei motori, della meccanica, dell'industria pesante, delle catene di montaggio, dell'alienazione da lavoro e delle sue folli vie d'uscita.

Non poteva che partorire una musica "estrema", come la techno, che effettivamente ha sconvolto i canoni della creazione e soprattutto della fruizione artistica, introducendo, parallelamente la feroce urgenza del "ballo", un'emotività inedita, profondamente fisica, nella musica suonata da macchine.

Carl Craig è uno dei più interessanti protagonisti della scena techno. Fin dal 1989, quando Craig inizia a collaborare col grande vecchio della scena techno di Detroit, Derrick May e inizia a sviluppare un suo personale approccio musicale. All'inizio Craig si nasconde dietro sigle (Psyche, 69, Paperclip People).

Poi le produzioni escono a suo nome, dimostrando i diversi stimoli artistici che si intrecciano nel suo modo di fare musica. dalla techno più minimalista alle colonne sonore di Ennio Morricone, dal funk cibernetico al jazz-soul, ciò che resta costante per Craig è la qualità.

Un fantastico remix per God di Tori Amos, del 1994, poi La Mute, l'etichetta dei Depeche Mode, lo mette sotto contratto: il risultato è Landcruising, uscito nel 1995, seguito poi dal formidabile More Songs About Food And Revolutionary Art (1997, edito dalla Planet E, l'etichetta personale di Craig), una struggente sinfonia digitale di geometrica dolcezza e malinconia.

Ma c'è anche un'altra strada da seguire nel percorso artistico di Craig: la Innerzone Orchestra. Si parla della formazione per la prima volta nel 1992 con Bug In The Bassbin (un brano di culto tra i pionieri della drum'n'bass inglese, tanto da essere ristampato nel 1995 dalla Mo' Wax di James Lavelle) e col tempo raduna attorno a sé le forze creative di Richie Hawtin (aka Plastikman), Matt Chicoine (Aka Recloose) e dei jazzisti Paul Randolph, Francisco Mora e Craig Taborn.

Il risultato è il sublime album Programmed, uscito nel 1999 per la Talkin' Loud di Gilles Peterson, un disco che mette insieme i digi-panorami abituali di Craig con il soffio del soul e degli strumenti acustici.

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